Paolo Consorti, da pittore eremita al set cinematografico

“Il cinema è l’opera totale. E gli artisti italiani sono sottovalutati”
 
 
San Benedetto del Tronto – Un artista a 360 gradi, in fermento e in piena evoluzione. Paolo Consorti non riposa sugli allori ma va avanti con progetti importanti che lo proiettano nella panoramica artistica e cinematrografica a livello nazionale e internazionale. Il suo secondo film, “I figli di Maam”– in programmazione sul circuito nazionale e al Cinema Margherita di Cupra Marittima il 1° marzo- ha riscosso importanti riconoscimenti e vede tra i protagonisti nomi del calibro di Luca Lionello, Franco Nero, Alessandro Haber. Qui il link al trailer del film : https://youtu.be/v-RfYbGRT_k . “Rebellio Patroni”è il suo progetto artistico che ha toccato le maggiori città italiane, la Biennale di Venezia, Palazzo Reale di Milano, che ha visto come attori e performers personaggi come Elio ( degli Elio e le Storie Tese) nella veste di San Francesco e  Giobbe Covatta nei panni di San Gennaro. “Valentino con ghiaccio”, la tappa a Terni di “Rebellio Patroni”, ha visto aggiungersi San Valentino, interpretato da Stafano Sala, “prelevato” direttamente dalle Notti sul ghiaccio di Milly Carlucci. Qui il link al cortometraggio di “Valentino con ghiaccio”: https://youtu.be/DPxZMXMH3p4
 
Paolo, ci puoi illustrare il messaggio di “Rebellio Patroni” e il ruolo dei Santi?
 
Nasce da un fanciullesco desiderio di immaginare i Santi Patroni come supereroi, i nostri supereroi! Millenari, impavidi, sereni, severi, buoni e belli. Per troppo tempo ammuffiti in un’edicola votiva e costretti ad osservare, muti ed immobili, una societa’ che non fa altro che peggiorare, nonostante abbiano donato la propria vita per essa.
Il contesto in cui si inserisce “Rebellio Patroni” è quello italiano attuale, o vuole essere un messaggio più universale?
 
Pur chiamandomi Paolo, non sono caduto da cavallo sulla via di damasco.  Non ho mai subito brusche conversioni agostiniane, conflitti nietzschiani o estasi francescane . Tuttavia sono sempre stato attratto dalla “favola cristiana” sin da bambino, tramutata in fonte d’ispirazione artistica, ma in senso piu’ estetico che religioso. Probabilmente, se fossi nato tra i nativi americani degli Usa, mi sarei fatto ispirare dal loro Wakan Tanka..sicuramente non dalla borsa di Wall Street! Voglio dire che il bene ha una sola faccia, e, pur avendo mille colori diversi, e’ unico e universale. Lungi comunque da me l’idea di mandare messaggi. Sono semplicemente sensazioni, atmosfere, suggestioni che l’arte, quando e’ libera e svincolata, come nel mio caso, puo’ dare.
Scultura, pittura, cinema. Sono le tre arti in cui ti esprimi . Cosa ha rappresentato per te il passaggio al cinema, a livello espressivo? 
 
“Al principio era solo pittura”..poi, nel mio bizzarro viaggio creativo, si e’ andata contaminando con la fotografia, intesa piu’ come elaborazione elettronica, con la scultura, intesa piu’ come installazione, e, nel mezzo del cammin di nostra vita, con il cinema, inteso piu’ come performance filmata (per adesso). Nell’arte, almeno per cio’ che mi riguarda, prima di ogni strategia, sia essa concettuale (spesso), culturale (a volte) o commerciale (mai), c’e’ il raptus, che in molti chiamano ispirazione. Tale raptus, se lo assecondi per dipingere un quadro, rimane tutto tranquillo, ma, se invece lo adotti per realizzare un film, allora son dolori! Decine di persone da coinvolgere, denaro da trovare, tempo a fondo perduto da impiegare, stress e problemi di comunicazione da subire. Ma il cinema, cosi’ giovane e cosi’ forte rispetto alle atre arti,  contiene il tanto amato e romantico concetto di “opera totale”, l’ opportunità’  di mettersi completamente a nudo, d’ infrangere l’ermetismo dell’arte, di auto violentarsi per conoscersi meglio, un po’ meglio, per quello che si riesce a fare in questa breve vita. Oltre l’immagine, hai un tempo e una parola per mostrare la tua opera che non ha piu’ un fruitore in cerca di fantasmi, ma uno spettatore al quale devi far capire, senza indugi, la tua storia. Un cambio di rotta violento per chi, come me, ha vissuto un lungo tempo da pittore eremita. un periodo della vita necessario, contemplativo, autoterapeutico, nel quale soltanto con il silenzio della pittura, riesci ad ascoltare la lontanissima voce della tua anima.  Come i 40 giorni nel deserto durante i quali Gesu’ ha conosciuto la sua forza, anch’io ho avuto il bisogno di conoscere la mia arte..ma per me, ci sono voluti vent’anni! 
 
 
Paolo, raccontaci come vedi oggi il mondo dell’arte. Quali sono le trasformazioni in atto, se ce ne sono?
 
L’arte ha sempre anticipato tutto e tutti; letteratura, teatro, cinema, musica e persino filosofia.  Il raptus e’ istintivo e non ha mediazioni. La storia dell’arte ci ha parlato dei sogni, delle speranze, delle paure, dei deliri di ogni tempo. Quello che vedo adesso e’ lo smarrimento,  uno smarrimento senza vie d’uscita. potremmo comunque dire che “il naufragar m’e’ dolce in questo mare”: dal sublime fascino di perdersi possono venir fuori dei capolavori. Ovviamente sto parlando della vera – smarrita – arte contemporanea. 
 
Qual è il panorama italiano ?
 
In realta’ sono molto concentrato su me stesso, pertanto un mio parere che abbia la pretesa di essere puntuale sull’argomento, risulterebbe soltanto presuntuoso. A grandi linee dico che  gli artisti italiani sono sottovalutati. La cultura angloamericana ci ha devastato e continua a farlo ormai da troppo tempo. Continuiamo a subire lezioni di tutti i generi da una cultura che ha messo la finanza come motore generatore di tutte le cose, roba da matti! 
 
Paolo Consorti, da pittore eremita al set cinematograficoConsorti e San Valentino dal Rebellio Patroni
Biografia di Paolo Consorti
Pittore e scultore, è autore di film, video e performance. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Macerata, dopo alcune collaborazioni cinematografiche che lo vedono al fianco del premio oscar Sergej Fëdorovi? Bondar?uk, esordisce nel ’91 con una mostra personale al Palazzo Ducale di Urbino. Nel 1992 il filosofo Hans-Georg Gadamerparagona Consorti per il “contrasto tra equilibrio pittorico e drammaticità dell’uomo moderno e post-moderno” al tormentato Bosch. Nel 1994 il critico d’arte Pierre Restanyriconosce nell’opera di Paolo Consorti “ l’emergenza di uno stile post-moderno del sublime”. Nel 2008 è tra i Top 100 di Flash Art sulla giovane arte italiana. Nel 2011 è invitato alla 54ª Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. Espone inoltre al Macro e al Palazzo delle Esposizioni di Roma, al Palazzo delle Papesse di Siena, al Museo Madre di Napoli, al Teatro Margherita di Bari e al Palazzo Reale di Milano. Ancora nel 2011, la Rai 3 produce il docufilm “Rebellio patroni”. Nel 2012 gira il suo primo film lungometraggio “Il sole dei cattivi” con Nino Frassica e Luca Lionello, premiato come Miglior film nel Film Festival dei Popoli in Umbria. Nel 2013 firma già il secondo film “Figli di Maam” che otterrà lo Special Screening  al Sofia International Film Festival e vedrà, oltre a Luca Lionello ancora protagonista, la partecipazione di Franco Nero e Alessandro Haber.  
© 2016, Press Too srl . Riproduzione riservata