FiloFest, un successo!

FILOFEST 2018: SUCCESSO PIENO PER LA MANIFESTAZIONE DEL POST TERREMOTO. MOLTISSIMI PARTECIPANTI ANCHE DA ALTRE REGIONI. DIVERSE CENTINAIA SOLO PER GALIMBERTI. UNA FORMULA CHE PIACE.
Ortezzano – Un format che attrae, che incontra il favore della gente, dai giovani ai più maturi. Il segreto è rendere il pensiero filosofico, anche quello più complesso e articolato, accessibile alla comprensione e all’elaborazione di tutti. Ognuno si è portato a casa riflessioni importanti per la propria vita dopo aver assistito agli incontri del Filofest 2018, organizzato dall’associazione Wega col comune di Ortezzano, che ha visto tantissimi partecipanti anche da fuori regione. La cultura in una location affascinante come il centro storico del bellissimo borgo, che ha fatto da cornice ad interventi di spessore a cominciare da quello di Umberto Galimberti, che ha misurato la situazione giovanile, partendo dal suo ultimo libro “La parola ai giovani. Dialogo con la generazione del nichilismo attivo”. E’ un quadro severo e di crudo realismo quello che il filosofo fa delle nuove generazioni, avvolte in una crisi di forte sfiducia poiché «è stato loro tolto il futuro. Ci si droga o aliena perché guardare avanti significa vedere il nulla». Analisi chiara. «Bisogna capire – dice Galimberti – la differenza tra istruzione (trasmettere concetti) ed educazione. Quest’ultima è passaggio da dimensione impulsiva, a emotiva, al sentimento. Ma quest’ultimo non si cura, è culturale, lo si impara. Alla scuola è venuta a mancare la dimensione educativa – continua il filosofo – spesso a causa di classi troppo numerose dove è difficile seguire i singoli». Le responsabilità di genitori e insegnanti ci sono e come. «Gli insegnanti dovrebbero essere sottoposti a un test di personalità – rimarca Galimberti – per verificare se sanno comunicare, se sono empatici, altrimenti debbono andare a fare altro. La seduzione deve avvenire attraverso la cultura. E poi via i genitori dalla scuola, a loro interessa solo la promozione dei figli, non la loro crescita educativa e culturale». Del “Ripensare la cura”, tema del Filofest, si è parlato con i filosofi Roberto Mordacci, Umberto Curi e Luigi Alici. La cura del malato che deve vedere alla base l’aspetto della relazione, e «non può prescindere dalla consapevolezza di fragilità dell’essere umano» dice Alici. Ma «la relazione di cura non deve essere di potere e quella equilibrata è quella che oggi viene definita palliativa per i malati terminali, in quanto prescinde dai risultati» sottolinea Curi. Esplorando altri significati Mordacci fa notare che «il pensiero è la capacità di smascherare il falso, quindi aver cura del nostro tempo significa non concedere spazio a fanatismi e illusioni». Momenti originali come la cura declinata attraverso la musica ed in particolare il blues, con i filosofi Roberto Mordacci ed Enrico Garlaschelli in versione musicisti, la sit-com filosofica “A cena con Socrate” e il confronto sul delicato tema della formazione professionale e orientamento dei giovani con diversi enti. «Sono molto soddisfatta di questa edizione riuscitissima – dice il sindaco Giusy Scendoni – con tante persone venute da fuori che si sono innamorate di Ortezzano. Alto livello della manifestazione con tanti spunti di riflessione su cui confrontarsi. Spero che sia il primo anno di una lunga collaborazione con il Filofest. Grazie a Wega e al presidente Domenico Baratto e alla Pro loco per l’organizzazione. Vogliamo continuare e fare eventi culturali di spessore con i quali promuovere e far conoscere il paese».

FiloFest, un successo!
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